In una lettera del 1937, dal
carcere, Antonio Gramsci scrive una breve lettera al figlio Delio:
"Carissimo Delio, mi sento un po' stanco e non posso scriverti molto. Tu scrivimi sempre e di tutto ciò che t'interessa nella Scuola. Io penso che la Storia ti piace, come piaceva a me quando avevo la tua età, perché riguarda gli uomini viventi, e tutto ciò che riguarda gli uomini, quanti più uomini è possibile, tutti gli uomini del mondo in quanto si uniscono fra loro in società e lavorano e lottano e migliorano sé stessi, non può non piacerti più di ogni altra cosa. Ma è così? Ti abbraccio. Antonio".

La Storia è stata estromessa dalle tracce della prima prova scritta della Maturità. Le innumerevoli prese di posizione che ci sono state contro questa decisione, apparse sui giornali e sui social (e nessuna a favore) non sono fino ad oggi servite a nulla, tant'è che Liliana Segre, sopravvissuta alla deportazione ad Auschwitz all'età di 13 anni, ed ora

Questa non è soltanto una
questione accademica: è evidente a chi è anche solo minimamente responsabile,
che senza la Storia non si diventa uomini (e donne, ovviamente), quantomeno
uomini equilibra ed autonomi, in grado di interpretare la realtà nel suo
farsi e di intervenirvi efficacemente.
Il ministro ha risposto a
Liliana Segre, e a tutti coloro che protestano, nel seguente modo:
“... La Storia sarà presente
nelle prove di giugno. È il mandato che ho dato personalmente al gruppo di
lavoro incaricato di predisporre le tracce di italiano (?) … la Storia sarà
presente in più tracce … nell'analisi e nell'interpretazione di un testo letterario,
come anche nell'analisi e nella produzione di un testo argomentativo …“.
Ma sua eccellenza il Signor Ministro c'è, o ci fa?
Parla in questo modo della
dissoluzione della Storia nella nostra Scuola e nella società italiana, come se
si potesse tramutare, con un giochetto di parole, nella sua presenza dentro le
tracce di italiano e analisi letteraria? Mi piacerebbe sapere cosa e come
pensa, quando e se pensa. E se ha qualche rispetto per
gli interlocutori, cioè per noi.
Cos'è avvenuto in realtà?
Il Ministero
ha constatato che solo il 3% degli studenti ha scelto negli ultimi dieci anni
la traccia storica.
Ed il Ministro, invece di allarmarsi e di chiedersi il perché, cominciando a pensare a delle contromisure, ha fatto come il dirigente di un'azienda che produce sapone e si è accorto che la gente ora si lava pochissimo, anzi quasi più: ha smesso di produrre sapone.
È la cultura del consumo, bellezza.
Lanfranco Scalvenzi